martedì 18 dicembre 2012

Con voi. Comunque vada.


di Marcello De Angelis

Chiunque mi legga, anche per cogliermi in fallo e criticarmi, mi rende onore. Penso a quelle migliaia di persone che passano le giornate a scrivere velenosi insulti su blog e siti altrui per illudersi di essere ascoltati. Io invece sono fortunato. Se il prossimo solstizio – come sostiene la profezia maya – finisse il mondo, non avrei molti rammarichi. La vita mi ha dato molte soddisfazioni e anche l’esperienza di questo anno e mezzo come direttore del Secolo, in cui la vicinanza dei lettori e soprattutto di chi ha lavorato con me per salvare questa storica testata è stata meravigliosa. Nella comunità politica della quale ho fatto parte ormai per 40 anni (mi sono iscritto con mio fratello al Msi a 13 anni) sembra essere arrivata di nuovo a un punto di snodo che comporterà forse scelte distinte. Nel rispetto di ognuno, questo mi provocherà dipiacere, perché allenterà alcuni legami, anche se non minerà le amicizie. Non ho condiviso buona parte delle scelte che questa comunità si è trovata a fare in questi decenni, eppure non ho voluto o forse potuto allontanarmi mai dal corso del suo fluire. In disaccordo, in dissenso, brontolando, ma senza mai potermene distaccare. Come non si cambia il nome di famiglia. Come non si può diventare altro da sé, nemmeno se ci si costringe a cambiare nome. Mi manca ogni persona che ho incrociato in questo lungo cammino e che ho perduto. Anche quelli che si sono perduti da soli, anche quelli che si sono perduti persino a se stessi. Morti e vivi, amici diventati nemici, chi mi ha tradito e chi si è sentito tradito da me. Chi ho amato e chi ha smesso di amarmi. Serberò tutti nel cuore. Comunque vada.

Solstizio 2012

"L'anima della terra s'addormenta nell'afa dell'estate;
chiaro s'irradia il riflesso del Sole nello spazio.
Ma della terra l'anima si desta nel gelo dell'Inverno;
e dentro il cuore spiritualmente riluce il vero Sole.
Il luminoso giorno dell'estate è sonno per la Terra;
del Natale l'oscura sacra notte è per la Terra giorno."

lunedì 17 dicembre 2012

E' sempre colpa tua!



La necessità di non andare avanti da soli, si profila come l'unica speranza per il cambiamento che sì, deve partire anzitutto da noi stessi ma non può fermarsi, circoscritto, nella nostra coscienza. 

Sindrome da delega: Fa rabbrividire la volontà, decelera l'entusiasmo e amputa la speranza. Siamo tutti coinvolti in un processo di de responsabilizzazione, viviamo nella perenne necessità di un commissariamento coatto. Diamo sempre la colpa agli altri, dalla Politica nazionale, all'economia, fino ad arrivare alla gestione del condominio la ventata di sfiducia ha toccato percentuali altissime. Crediamo di non farcela e soprattutto siamo convinti che le ragioni delle nostre condizioni provengano esclusivamente dall'esterno. Umberto Tozzi e Gandhi, cos'hanno in comune? La canzone "Gli altri siamo noi" assomiglia tanto alla frase pronunciata dal mahatma nemico degli inglesi " Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo" eppure, nonostante il concetto possa sembrare abbastanza semplice, passiamo la metà delle nostra vita a cullarci sull'amaca del lamento, se pure fosse vero che questa vita facesse schifo,  passando metà della stessa a raccontarlo può solo che peggiorare. Politica, economia, società e famiglia, sono la diretta conseguenza dei nostri comportamenti, sono lo specchio, forse un po' opaco, che ritrae i nostri volti scontenti.
Funziona un po' come per la legge di gravità, tanto più siamo convinti che qualcosa stia per avvenire quanto avviene per davvero! Specie se ciò che deve avvenire è qualcosa di negativo e allora, perché continuare a frustrarci in questo modo? Se solo i nostri nonni sapessero che noi abbiamo ascensori, macchine, cellulari, vestiti per coprirci, pane e acqua tutti i giorni e ci mettiamo a urlare perché c'è stato un blackout nella metro ci piglierebbero a schiaffoni e non farebbero affatto male! 
In effetti, quanti calci (emotivi, si intende) daremmo a tutti coloro che sono perennemente scontenti? Per tutelare le nostre docili caviglie non possiamo fare altro che esportare gioia, essere contagiosi, pacche sulle spalle a volontà, risa ed entusiasmo, non possiamo di certo cadere nella trappola anche noi! 
"La parola d'ordine è una sola categorica e impegnativa per tutti" mica è una frase detta così a caso, si, poi la guerra l'abbiamo persa ma forse perché c'era troppa gente che si lamentava! 

Giorgia Meloni attacca la massoneria.