mercoledì 28 settembre 2011

Chi più crede.


I laici e in non credenti dovrebbero santificare Papa Ratzinger che si è spinto laddove nessun altro Papa ave­va mai osato. Ieri nella sua Germania ha detto che sono più vicini a Dio i non credenti inquieti che i cristiani di routine e d'apparato. È una rivoluzio­ne anticlericale, compiuta da un cu­stode e alfiere della Tradizione. Prefe­rire le menti libere e tormentate ai de­voti passivi e succubi dell’istituzione significa sconfessare millenni di cat­tolicesimo e mettere in dubbio il ruo­lo della Chiesa. Certo, l’intenzione del Papa è inversa, vuol avvicinare i non credenti. Ma le sue parole signifi­cano che predilige le intelligenze af­flitte dai dubbi al popolo dei semplici devoti, per fede ereditata; qui si tradi­sce l’intellettuale rispetto al pastore.

Significa preferire la ricerca al mira­colo, la sfida del pensiero all’ubbi­dienza. Tra la Verità e la Chiesa, Rat­zinger sceglie la verità: il filosofo pre­vale sul Papa. Qui c’è la sua grandez­za intellettuale ma anche il conflitto con la Chiesa. Nel mio piccolo la pen­so come lui, ma lui forse non dovreb­be pensarla così... Da tempo Ratzinger si tormenta sulla soglia, solleva il velo sui preti pedofili, si confronta con islamici e ortodossi, varca la chiesa di Lutero, si spinge in partibus infidelium, con amore di Cristo ma nella verità. Ca­pisce che non è più tempo di arroc­carsi a difendere la fede residua, ca­pisce che deve affacciarsi sull’abis­so, scrutare nel nulla. Per fortuna i suoi messaggi che spiazzano non vengono intesi né dai devoti inge­nui né dagli intellettuali come Eco...

di Marcello Veneziani

Spieghiamo le vele!

venerdì 23 settembre 2011

Pietrangelo Buttafuoco - Sul presente e sulla storia

La Serbia e gli equilibri mondiali


 La strategia dell’ “anaconda”, cioè dell’accerchiamento della Russia, con la quale gli Usa e la loro cavalleria della Nato minacciano la pace del mondo, ora sta soffocando anche la Serbia. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, e il ministro degli esteri romeno, Teodor Bakonski, hanno firmato a Washington, il 13 settembre un contratto di adesione romena allo scudo spaziale americano che prevede l’inizio della realizzazione dello scudo missilistico americano nell’Europa dell’est ai soli 350 chilometri a nord-est da Belgrado. I radar missilistici Argis e i missili SM-3, per l’intercettazione dei missili nemici, istallati presso la città di Deveselu su 175 ettari, diventeranno una meta mirata da molti, la Russia in primis. La Mosca è più che adirata per il fatto che gli americani vogliono istallare i loro missili alle sue porte e annuncia “misure reciproche”.

A questo pericolo si aggiungono le minacce terroristiche di fondamentalisti islamici che considerano i Balcani una zona di loro interesse sin dalla guerra civile in Bosnia ed Erzegovina e non vedono di buon occhio l’avanzata americana. Questa nuova “città” missilistica americana avrà circa 150-200 soldati e ufficiali americani insieme ai cosiddetti “contractor” – cani di guerra. Il personale abiterà vicino alla base per cui bisogna costruire anche una nuova cittadina tutt’americana. Gli americani dicono che questi missili non sono puntati al territorio russo, ma il generale Ninoslav Krstic, del Forum per la sicurezza e per la democrazia di Belgrado, ha dichiarato nel quotidiano serbo Novosti che i missili intercettatori americani sono comunque pericolosi per la Russia perché nel caso di un azione d’intercettazione dei missili iraniani questi ultimi dovrebbero essere colpiti sopra il territorio russo con una prevedibile catastrofe nel caso dei missili con le testate atomiche. L’intercettazione si può fare anche sopra i Balcani e precisamente sopra il territorio serbo il che rappresenta una diretta minaccia per la sicurezza nazionale serba. I “cerchi di sicurezza esterni” fuoriusciranno dal territorio romeno espandendosi prevalentemente in Serbia la quale non fa parte della Nato e perciò non è un Paese di fiducia degli atlantici. Dato che tutte le ambasciate sono i centri di spionaggio e che gli Usa stanno costruendo a Belgrado la più grande ambasciata dei Balcani, si può prevedere certamente che gli avversari degli atlantici non staranno con le mani incrociate – ha concluso il generale Krstic. In altre parole la guerra tra le spie di vari Paesi si farà in buona parte a Belgrado. Un ex ufficiale dei servizi segreti della Serbia rivela che ora dovranno venire in Serbia “gli effettivi stranieri di spionaggio che non saranno direttamente visibili, ma sono molto influenti ed efficaci”. Gli americani vogliono ancor di più spiare e controllare la Serbia perché non le credono dato che essa ha saputo fare, nei momenti storici cruciali, sorprese poco piacevoli e inaspettate per il gusto neocoloniale atlantico. L’Occidente inoltre è sospettoso nei confronti della Serbia anche per il legame emotivo tra il popolo serbo e quello russo e perciò considera la Serbia un pericolo alle sue spalle, cioè un punto atlantico potenzialmente debole dietro la base americana in Romania. Non per caso c’è chi dice per scherzo (solo per scherzo?) che i serbi sarebbero le migliori spie russe nelle file della Nato qualora ne facessero parte. D’altra parte l’America è cosciente che la stragrande parte dei politici e del popolo russi è incline alla Serbia. Il caso della Serbia e della Romania che dovranno subire le conseguenze della prepotenza americana, dimostra che il problema dello scudo missilistico americano nell’area del Mar Nero si trasforma da una strategia globale in una diretta minaccia locale. Malgrado le frasi sterili degli americani per i quali questi missili della Romania serviranno solo per una difesa della minaccia missilistica iraniana, i russi considerano che questa nuova provocazione atlantica fa parte della realizzazione dell’accerchiamento della Russia che ha le più grandi risorse energetiche del mondo. La seconda meta di questa “strategia dell’anaconda” è la Cina che preoccupa molto gli americani per la sua salita velocissima verso la posizione della prima potenza economica e militare del mondo. In questa luce bisogna capire la grande pressione americana sul presidente filoatlantico serbo Boris Tadic di chiudere la questione Kosovo. Perciò Hasim Taci ha provocato i problemi nel nord della provincia serba, ovviamente su direttiva degli americani che vorrebbero chiudere questa partita per spostare la propria attenzione verso gli obiettivi politici legati alla parte orientale e asiatica. Ma le cose non vanno come lo vorrebbero per la fortissima opposizione dei serbi del Kosovo e Metohija. Il fatto che gli Usa e la Nato siano nervosi e abbiano troppa fretta, è un segnale sicuro che sono coscienti della prossima fine della loro epoca di unica potenza mondiale. Vorrebbero perciò cambiare tale corso della storia ma non saranno in grado di farlo perché ogni impero ha il suo apice e il suo crollo. Al massimo possono provocare la Terza guerra mondiale ma la discesa verso il crollo del mondo atlantico si è iniziata.

Rinascita.eu

lunedì 19 settembre 2011

L'albero della vita. Il film

L'elemento che è stato maggiormente menzionato nella storia della simbologia e delle religioni è l'albero. Primo rappresentante del concetto di "vita", esso svolge una doppia funzione, rami e radici si estendono verso l'alto e verso il basso compiendo una duplice azione direttamente collegata. L'affossamento e le radici disegnano ciò che per l'uomo può essere chiamata introspezione, viaggio nello sconosciuto dell'inconscio invece, l'estensione dei rami simboleggia la ricerca della conoscenza, della crescita.  Nella mitologia nordica, l'Yggdrasill, l'albero sacro, rappresenta l'universo dove rami e radici si uniscono formando l'immenso. Odino, appeso 9 giorni e 9 notti all'albero lì sospiro le rune, le parole della conoscenza. Nel cristianesimo, attraverso l'antico testamento e le parole di san giovanni l'albero continua ad acquisire un alone di sacralità, così nella cabala ebraica, nel fico sacro dels buddismo fino alle più sperdute religioni e tradizioni della terra.
The fountain (l'albero della vita) è un film che cerca di tracciare l'importanza di questa figura attraverso un racconto ambientato in due epoche differenti. La prima storia parla di un conquistadores spagnolo che, perso nel regno degli inca, vaga alla ricerca della fonte dell'eternità promessa alla regina di Spagna. La seconda, ambientata nei nostri giorni, racconta di un medico alla ricerca della cura per il tumore, male di cui soffre la moglie da tempo e che giorno per giorno gli sta togliendo la vita. Il racconto e le immagini sono frutto di una visione, che probabilmente il regista, ha voluto portare ai nostri occhi. I continui flashback, la dimensione spirituale disegnata in uno scenario fantascientifico, parlano allo spettatore con un linguaggio del tutto anormale, non serve la concentrazione per seguire la trama, è automatica l'immedesimazione. Attraverso la fantastica visionarietà con cui è costruito il racconto si riesce a focalizzare l'importanza della figura sacra dell'albero, che, sia nella storia del conquistadores, sia in quella del medico acquisisce un rilevanza fondamentale. Fonte della vita eterna, della conoscenza, della sazietà, l'albero apre e chiude la storia, così come le radici ed i rami completano il disegno divino.

Allora comincerete a salire

sabato 17 settembre 2011

Il Pigneto come Fahrenheit 451


Sembra davvero non avere tregua il cantiere della nuova biblioteca "Goffredo Mameli" che sorgerà presto nei locali dell'ex industria farmaceutica Serono, in via del Pigneto 22.

Dopo un primo tentativo di manomissione avvenuto lo scorso maggio, durante la serata di lunedì 13 settembre un gruppo di ignoti ha tentato nuovamente di occupare la struttura distruggendo la porta d'ingresso, facendo così scattare l'allarme di sicurezza all'interno. La banda di malviventi che ha dapprima invaso la biblioteca ed in seguito il cortile esterno, al momento dell'arrivo delle forze dell'ordine è riuscita a far perdere le proprie tracce.

A rendere pubblico l'accaduto è stato il presidente delle Biblioteche di Roma, Francesco Antonelli, che ha affermato in una nota: "Siamo certi che non si tratta di una ragazzata, ma bensì di un fatto premeditato. Noi non ci faremo intimidire da questi pochi facinorosi che pretendono l'uso esclusivo di uno spazio pubblico destinato a tutta la popolazione.

Siamo aperti a collaborare con le associazioni del quartiere, che sono libere di effettuare le loro iniziative nei nostri spazi, semplicemente concordando le date con il nostro personale, come da procedura per tutte le biblioteche del sistema, e lo abbiamo chiaramente ribadito nell'incontro pubblico dello scorso 19 luglio all'Hotel Roma Aeterna , alla presenza del Presidente del VI Municipio Palmieri.

La Biblioteca Goffredo Mameli - continua Antonelli - che verrà inaugurata a giorni, sarà gratuita e aperta a tutti. Per questi motivi- conclude il Presidente delle Biblioteche di Roma - abbiamo denunciato i fatti alle autorità competenti, auspicandoci che si intervenga al più presto nell'interesse dell'intera cittadinanza e che ognuno si assuma le proprie responsabilità"

A tutela della struttura il vice-capogruppo del Pdl del VI municipio, Daniele Rinaldi, ha presentato una mozione che vede impegnati il presidente Palmieri ed il sindaco Alemanno nel chiedere all'Istituzione Biblioteche di predisporre un sistema di videosorveglianza.

"Mi auguro - afferma Rinaldi - che questa mozione, condivisa da tutti i gruppi politici consiliari con la sola esclusione di Sinistra e Liberta', sia approvata quanto prima: e' bene mettere in campo tutte le iniziative utili, compreso il presidio di sicurezza chiesto al prefetto Pecoraro dal consigliere capitolino Mollicone, per garantire la sicurezza dei locali ex Serono.

"La biblioteca - spiega il vice-capogruppo - rappresenta un bene pubblico di grande importanza sociale e culturale per il territorio, che dobbiamo difendere e valorizzare, dando risposta alle attese dei cittadini del quartiere Pigneto."

mercoledì 14 settembre 2011

Piramidi in Bosnia



Le nuove piramidi sono più antiche e più grandi di quelle egizie.
La scoperta di queste meraviglie sconvolgerà tutta la cronistoria dell'epoca antica.
Cadono le certezze...

sabato 3 settembre 2011

Breve notizia del regno del Thibet


Ancora nel Settecento del Tibet - il 'Paese delle nevi' - si avevano notizie assai approssimative: l'Enciclopédie di Diderot e D'Alembert parla di un vasto territorio asiatico assai poco conosciuto. Nella geografia immaginaria dell'uomo del Medioevo queste contrade erano un mondo di esseri favolosi, di antiche credenze, ed anche Marco Polo, descrivendo la provincia di Tenduc, vi situa non solo il regno dei successori del Prete Gianni, la cui leggenda alimentava negli Occidentali speranze escatologiche, ma anche il paese di Gog e di Magog. Nel 1703 la Congregazione di Propaganda Fide decreta lo stabilimento di una nuova missione in 'direzione delle sorgenti del Gange verso il regno del Tibet'. Nell'autunno 1712 Francesco Orazio da Pennabilli, prendeva la strada di Lhasa dove giungeva il 1° ottobre 1716. Questa edizione della "Breve notizia del Regno del Thibet", si basa sul manoscritto originale conservato presso le Archives di Mentes-la-Jolie. La descrizione è in alcune parti minuziosa, in altre approssimativa, dettata a volte, da un pregiudizio occidentale. Orazio de Pennabili è il primo scrittore del dizionario tibetano, oltre 300 definizioni tradotte e decine di documenti che testimoniano gli usi e i costumi del popolo più "alto" del mondo.