martedì 18 gennaio 2011

Jan è un segno che non passerà


1969, Praga
La gioventù europea si ribella così, come può, come meglio crede, con tutti gli strumenti necessari.
A volte sacrificando la propria vita. Come a Budapest e Trieste, come in Lituania ed a Berlino a Praga si muore per la libertà. Gettandosi da una torre, dando fuoco al proprio corpo, colpendo coi sassi i carri armati.
« Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy[3]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà » Scriveva Jan Palach con incredibile intrasigenza, certo della sua scelta, con quel folle coraggio che vorremmo rivedere in questa Europa

giovedì 6 gennaio 2011

Quant'è bello non pensare

Abbiamo visto centinaia di persone in piazza, volti infiniti, bandiere e colori, grida e sassi, sangue e rabbia. Abbiamo letto le meganotizie sui giornali, ascoltato radio ed assemblee, assistito ad occupazioni e prese di posizione. Abbiamo ascoltato, forse troppo, ma non siamo riusciti a sentire quasi nulla.
Gli striscioni recitavano le frasi decrepite, i cori erano quelli dei tempi dei nostri avi, e poi tanto e tanto assemblearismo . Assistere ad agitazioni di piazza è sempre molto curioso, non bisogna mai soffermarsi all'apparenza, al giudizio immediato, al credere che esistano torto e ragioni divisi come due fette di torta, c'è sempre un processo dietro, semplice o complicato che sia esiste un percorso di convincimento, a volte di autoconvincimento. Ad esempio prendere per assodato che esiste una crisi economica e credere che la colpa sia di qualcun'altro, sempre dell'altro, quel qualcuno che non si conosce ma ha un nome ben definito, quel qualcuno che si deve mandare a quel paese in piazza e che deve avere per forza nome e cognome, quel qualcuno che negli ultimi anni pare essere il capro espiatorio di tutto ciò che accade in Italia. Sarà pur vero che quando piove la colpa è del Governo ma in questo paese di qualsiasi cosa si parli si và a parare sempre sullo stesso punto. Allora domandiamoci al volo: questo "psiconano" ha l'interesse di conquistare tutto e tutti? Datevi pace perchè ci sta riuscendo e ci riesce involontariamente quando cortei con migliaia di persone sfilano contro di lui, quando anche nelle sue trasmissioni i comici (pagati dal medesimo) parlano male di lui, quando a scuola i professori invece di spiegare la storia raccontano agli studenti che non ci sono i gessetti in classe per colpa di uno basso che schiavizza il mondo e nega le libertà.
La gente, gli studenti, gli "pseudo operi" scendono in piazza perchè manca la libertà e sono convinti che qualcuno gliel'abbia rubata, tanto da scriverlo su tutti i giornali, da raccontarlo in tutte le università, nelle trasmissioni radiofoniche, nelle aule delle scuole. Ci ritroviamo a sentire frasi come queste: In Italia non c'è libertà perchè se accendo la televisione vedo solo tette e culi, oppure, in Italia non c'è libertà perchè i mass media sono pilotati,o peggio ancora in Italia non c'è libertà perchè chi comanda và a prostitute. E' molto semplice pensare di essere schiavi ma molto più facile è diventarli realmente. Si è schiavi quando si cerca qualcuno a liberarli diceva Pound e purtroppo ci stiamo riempendo di gente che cerca un liberatore.
Capitare in un' assemblea delle scuole superiori nè è, purtroppo, il maggior esempio. Se si inizia col parlare della Riforma Gelmini state pur certi che il discorso finirà con Ruby, con la y o con la i. Analizzando i punti della riforma si noterà che non esistono affatto cambiamenti economici sulla scuola secondaria e ciò di cui si parla soprattutto è l'università, ma tanto è inutile parlarne perchè comunque la risposta sarà... sei pagato! oppure... ma anche te vai a mignotte come tutti i politici? E piano piano quasi ti convinci che sia proprio bello non pensare.
Allontanando un secondo lo sguardo da ciò che succede in questa società, ci accorgiamo che la presunzione ha preso il sopravvento, il non pensare è diventato una modo e il trovare sempre qualcuno su cui scaricare il nostro barile di frustrazioni è l'attività preferita. Ciò che manca è sicuramente il senso di responsabilità, di coscenza nazionale, del saper vedere oltre alla notizia del giornale, altrimenti se dovessimo seguire e sentire tutto ciò che ci viene comunicato dai media dovremmo ucciderci in questo stesso istante, alcuni lo fanno ma noi non pensiamo sia la reazione adatta.
Se pensate che l'articolo voleva iniziare parlando di contenuti e poi si è perso nel parlare del fatto che non si parla mai di qualcosa, vi accorgerete di come io, anche in questo caso, ho portato l'acqua al mulino di quelli che non vi vogliono far pensare.

mercoledì 5 gennaio 2011

Ti aspettiamo a braccia aperte

(Adnkronos)
Roma - (Adnkronos/Ign) - Da Milano a Roma e Palermo, in centinaia manifestano il dissenso contro la decisione del governo brasiliano di non estradare l'ex militante dei Pac (FOTO). Lungo colloquio del premier con il figlio del gioielliere che rivela: ''Mi ha promesso maggiore fermezza''. Ma "il Brasile resta un Paese amico''. Farnesina: non esclusa iniziativa europea. Mantica: faremo ricorso a Corte Suprema del Brasile

Roma, 4 gen. (Adnkronos/Ign) - E' stato il giorno della protesta in piazza oggi contro la decisione del governo brasiliano di non estradare l'ex militante dei Pac, Cesare Battisti. Da Milano a Palermo, passando per Roma, in centinaia hanno manifestato il loro dissenso. Nella capitale, nel pomeriggio, si è tenuto un sit-in davanti all'ambasciata del Brasile. Presente anche Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, ucciso dai Proletari armati per il comunismo il 16 febbraio del '79. Molti i militanti del Movimento per l'Italia, molte le bandiere tricolori. Un grande striscione con la scritta 'Giustizia calpestata' è stato esposto davanti alle finestre della sede diplomatica. Alcuni cittadini davanti al portone della ambasciata hanno mostrato un cartello con la scritta 'Battisti, giustizia sì vendetta no'.

Di cori, slogan, striscioni, cartelli e volantini il messaggio è stato unico: "Estradizione subito per Cesare Battisti!". I manifestanti hanno rinunciato alle bandiere di partito, ma sono determinati nel chiedere che l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo venga consegnato alla giustizia italiana. Tra i più attivi nel lanciare slogan i ragazzi della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl. Sventolando le bandiere tricolori e mostrando i cartelli che recitano "l'Italia vuole giustizia" e "Rispetto per le vittime", urlano a gran voce: "Il popolo italiano non ha dimenticato, Cesare Battisti deve essere estradato!".

Altri cori, rivolti verso le finestre della sede diplomatica brasiliana, scandivano: "Battisti sei un terrorista, sei solo un terrorista!". I giovani italiani del Partito popolare europeo hanno invece usato l'arma dell'ironia distribuendo volantini in cui un Lula caricaturizzato prende in braccio un Ahmadinejad vestito da sposa. La scritta recita: "In love for terrorists". La manifestazione, che nei momenti di massima partecipazione ha visto presenti a piazza Navona tra le 400 e le 500 persone, è andata avanti fino alle 19 mentre a due passi, a corso Rinascimento, sono comparsi manifesti che chiedevano la liberazione dell'ex terrorista. "Battisti libero! Liberiamo gli anni '70" recitano i manifesti, almeno 6, che sono firmati dalla sigla 'Militant' e riportavano un primo piano del volto dell'ex terrorista. I manifesti sono stati fotografati e segnalati alla polizia presente a piazza Navona da Potito Perruggini Ciotta, nipote del brigadiere Giuseppe, ucciso da Prima Linea a Torino il 12 marzo del 1977. "Viste le tecnologie, come le telecamere, in possesso degli investigatori sarebbe il caso di identificare immediatamente gli autori di questa squallida provocazione", dice Perruggini Ciotta.

A piazza Navona erano presenti anche esponenti politici, che hanno dato il loro sostegno alla manifestazione, oltre a Vincenzo Ammirata, sottufficiale della Polizia di Stato, ed Elio Centurioni, sottufficiale dei Carabinieri. Il primo, scampato all'assalto brigatista alla sede della Democrazia cristiana a piazza Nicosia il 3 maggio del 1978, il secondo, ferito dalle Br il 12 marzo del '77. E tra i firmatari della petizione c'è stato anche un cittadino brasiliano. Le firme raccolte verranno poi portate al Parlamento europeo per chiedere un'azione a favore dell'estradizione in Italia dell'ex terrorista.

In mattinata una manifestazione di protesta di Giovane Italia, movimento giovanile del Pdl, si è svolta anche a Palermo presso il consolato del Brasile davanti al quale era stato esposto uno striscione con la scritta 'Battisti terrorista, estradizione subito' e sono stati scanditi slogan contro il presidente del Brasile.

A Milano, invece, un centinaio di manifestanti della Lega Nord hanno protestato davanti al consolato brasiliano, con lo slogan 'Battisti ha ucciso gli uomini, Lula ha ucciso la giustizia'. Davanti al consolato brasiliano hanno manifestato anche una ventina di manifestanti del Psi. Il presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Davide Boni, presente al presidio, ha annunciato che incontrerà le famiglie delle vittime di Battisti e manderà una lettera al consolato brasiliano. E ha parlato di boicottaggio dei prodotti brasiliani, come "segnale forte" per protestare contro la decisione dell'ex presidente Lula, annunciando anche un ordine del giorno in Consiglio regionale della Lombardia per "impegnare il governo nazionale a riconsiderare gli accordi bilaterali vigenti tra Italia e Brasile nel caso in cui non venga concessa l'estradizione'' di Battisti.. Anche nel capoluogo lombardo, sul muro di una scuola in via Brunacci, in mattinata è apparsa una scritta pro Battisti: accanto alla frase 'Battisti libero' scritta con la vernice, gli agenti della Questura hanno trovato il disegno di una stella a cinque punte.

In tarda serata la notizia che il presidente del Supremo Tribunale Federale brasiliano, Cezar Peluso, ha disposto la riapertura del fascicolo sull'estradizione di Battisti. La decisione è arrivata dopo la richiesta di scarcerazione dei legali dell'ex Pac e il relativo ricorso presentato dal governo italiano.